Nome
Conosciuto comunemente con il solo nome del paese di origine, ovvero Pattada, in provincia di Sassari, Sardegna, viene chiamato anche Coltello Pattadese, o in lingua sarda Resolza Pattadesa, dove resolza indica in maniera specifica il coltello a serramanico.
Descrizione
Si tratta di un coltello dalla linea sfilata ed elegante, prodotto in varie misure. I modelli più comuni misurano da aperti poco più di 20 centimetri.
Il manico ha la peculiarità di essere costituito da due placchette di corno che serrano, mediante ribattini, una barretta di metallo chiamata anima o archetto.
L’anima non agisce da molla, in quanto i ribattini la bloccano completamente, impedendone i movimenti. La sua funzione è quella di irrobustire il coltello e di fornire un appoggio solido alla lama quando questa è in posizione di apertura.
In prossimità del perno di rotazione della lama è presente una fascetta o anello, generalmente in ottone o alpacca sul quale vengono realizzate incisioni caratteristiche tramite un’operazione detta piccadura. La fascetta, sul retro, presenta un ritaglio che consente alla lama in posizione aperta di appoggiare direttamente sull’anima.
La lama del coltello di Pattada ha una forma indicata come “a foglia di mirto”: sfilata, lievemente panciuta e con una punta acuminata. Il coltello non è provvisto di meccanismi per il blocco lama in apertura. Questi in Sardegna erano esplicitamente vietati dalla legge.
Sulla Resolza Pattadesa classica non è inoltre presente l’unghiatura, quella tacca a mezzaluna impressa nel metallo della lama per agevolarne l’apertura con l’utilizzo delle unghie.
Le peculiarità del coltello di Pattada, che l’hanno reso famoso in tutta Italia e nel mondo, consistono, oltre alla linea elegante ed alla struttura del manico, nell’accurata lavorazione, che segue canoni piuttosto definiti all’interno dei quali i coltellinai si muovono dando spazio ad una personale interpretazione del modello.
Le guancette del manico hanno non solo una sagoma immediatamente riconoscibile, ma una lavorazione nel senso della profondità a generare piani e spigoli.
La costruzione e la decorazione mediante incisione della fascetta ripropone anche essa stili consolidati.
I diversi artigiani reinterpretano infine le forme della lama, rimanendo entro i limiti di canoni ben precisi e cercando di mantenere l’armonia delle linee generali.
Utilizzo
La lama acuminata e sottile rendono la Resolza Pattadesa particolarmente utile al pastore nella macellazione, per scannare gli animali. Ma il coltello accompagnava il possessore in tutte le incombenze quotidiane.
Epoca e centri di produzione conosciuti
La peculiare struttura del manico sopra descritta, associata alle linee caratterizzano il modello, sono state introdotte nei coltelli di Pattada nella seconda metà del 1800. Precedentemente nello stesso centro si producevano coltelli a serramanico di tipologia diversa.
Diverse famiglie di fabbri coltellinai hanno poi continuato a produrre il coltello raffinandone le forme ed i dettagli, fino ad arrivare, nei primi decenni del 1900, al modello attuale.
Se Pattada è il centro in cui il modello è nato e viene prodotto, modelli simili con medesima struttura del manico sono stati costruiti successivamente in altre località, soprattutto nella metà settentrionale dell’isola.
Se alcuni di questi modelli derivati dal coltello di Pattada sono probabilmente considerabili anche essi come tradizionali, ovvero con una connotazione di origine precisa, spesso prodotti in famiglie o località con lunga tradizione di lavorazione dei metalli e realmente utilizzati nell’ambito della vita quotidiana nel contesto agro-pastorale sardo, altri sembrano invece nascere già destinati al collezionismo o frutto dell’iniziativa di singoli produttori che desiderano legare il proprio nome a quello del paese in cui operano.
Alcune tra le punzonature note
- G.CANALIS – PATTADA – Punzone di Giacinto Canalis junior 1887 – 1976
- G.LACONI – PATTADA – Punzone di Giovan Maria “Mimmia” Laconi, attivo nella seconda metà del 1900
- DELINNA G.AGOSTINO – PATTADA – Punzone di Giovanni Agostino Delinna
- FOGARIZZU – PATTADA – Punzone, presente in diverse varianti a secondo dei periodi, usato dai componenti della famiglia Fogarizzu
Per saperne di più
Giancarlo Baronti, Coltelli d’Italia – Rituali di violenza e tradizioni produttive nel mondo popolare. Storia e catalogazione, Franco Muzio Editore, 1986, pp 207-209
Leandro Boi , Coltelli Sardi – dalle origini al serramanico, Perugia 2013, pp 103-106
Luciano Salvatici, Pattadese, in La Passione di un Collezionista, Scritti di Luciano Salvatici, Ristampa anastatica Firenze, 2005, pp 90-92
Ringraziamenti
Ringrazio Gianmario Fogarizzu per le preziose informazioni.
Confermo i miei complimenti e la passione che contradistingue l’amico Federico per la ricerca e la passione che ha per i coltelli regionali Italiani.Grazie
Grazie a te Gianmario!
Salve,
Ho un coltello pattada con dei segni particolari sull’ottone in prossimità della chiusura , sicuramente avranno un significato, qualcuno può aiutarmi a capire la finalità e il messaggio
Grazie per i graditi chiarimenti
Ciao Donato. Se vuoi puoi mandare qualche foto alla mail [email protected]
Buon 2022, Federico.
M scuso se mi permetto di fare una piccola segnalazione. nella sua bellissima pagina Web. Tra i coltelli Sardi esistono molti coltelli oltre il famoso ” Pattada”.e più antichi nelle sue forme . Anche se oggi alcuni” coltellinai ” tendono a modificarne le forme solo per attrare i turisti ignari . Tra le tipologie posso indicare i coltelli : Santullurgese , il Guspinese con due forme distinte. Asseminese ,coltello di Gonnosfanadiga , Sulcitano etcccc Hanno tutti in comune una forte influenza Spagnola. Mi scuso per il disturbo e vi saluto cortesemente.
Buongiorno e grazie per le informazioni. Il recente “inquinamento” delle forme tradizionali a fini commerciali, per proporre tipicità un po’fasulle può essere un problema per chi cerca informazioni sui modelli tradizionali. D’altro canto è anche giusto che ogni artigiano, amatore o professionista, sia libero di esprimere la propria creatività.