Nome
Il nome indica l’origine del coltello dal paese di Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo. La trascrizione Frabousan è probabilmente quella più vicina alla pronuncia utilizzata nel luogo di produzione. Su alcune pubblicazioni il coltello viene indicato come Frabosano o Frabusan.
Descrizione
Si tratta di un coltello essenziale, che ricalca nella struttura molti altri modelli dell’arco alpino.
Il manico è dritto, a sezione cilindrica, realizzato in legno duro e solcato da coppie di intagli circolari non troppo profondi. In prossimità del perno è presente una fascetta in ferro non molto alta. La porzione finale de manico, al calcagno, presenta una porzione sporgente, funzionale ad accogliere la punta della lama, quando questa è in posizione di chiusura.
La lama, di solito piuttosto sottile, nella versione più comune è conformata a scimitarra. Esistono tuttavia anche esemplari con lama a punta seguita, simmetrica rispetto all’asse principale. Questa seconda tipologia è meno nota.
Come tutti i modelli analoghi, non è presente un meccanismo di blocco lama in apertura e nemmeno una molla di tipo semplice che offra resistenza alla chiusura. La rotazione della lama è semplicemente bloccata, in posizione di apertura, dalla contrasto del tallone con la fascetta di metallo.
Utilizzo
Il Frabosan è un coltello da lavoro destinato ad essere utilizzato in ambito agro pastorale.
Epoca e centri di produzione conosciuti
La tradizione di lavorazione dei coltelli a Frabosa Soprana è documentata almeno a partire dalla fine del 1700. Diverse famiglie si sono tramandate per secoli, fino a circa il 1960, alla produzione artigianale dei coltelli.
Alcune tra le punzonature note
- L.B. – Probabilmente un componente della famiglia Liprandi
- L.P. – Probabilmente un altro componente della famiglia Liprandi
- A.G. – – Probabilmente un componente della famiglia Gastone
Bibliografia
Informazioni sul coltello Frabosan sul sito dell’associazione Frabousan Ki Taiou
Francesco de Feo, I coltelli da lavoro dell’Arco Alpino, in Lame D’Autore – Numero 30, pagg. 80-85, Isomedia, Milano, 2006.
Giancarlo Baronti, Coltelli d’Italia – Rituali di violenza e tradizioni produttive nel mondo popolare. Storia e catalogazione, Franco Muzio Editore, 1986, pp 136 e 137.
Ringraziamenti
Un ringraziamento a Gianluca Forneris e Roberto Favini per aver messo a disposizione le fotografie dei loro coltelli.
È un piacere leggere queste cose su qiedti tipi di coltelli meno conosciuti,ma con una STORIA alle spalle. Bravo Federico Carlini
Grazie Gianluca!