Nome
Il Drude, o Trude, nella tradizione tedesca, è un entità maligna che può presentarsi in varie forme: come incubo, che tormenta fisicamente chi dorme, gravando come un peso sul petto, come tempesta, come disturbatore del bestiame…
Messer invece, in lingua tedesca significa coltello. Drudenmesser potrebbe essere tradotto quindi come “coltello per gli spiriti maligni“. Il coltello viene talvolta chiamato Trudenmesser o Pinzgermesser, in quest’ultimo caso richiamando il luogo di origine.
Il termine Drudenmesser, più che ad uno specifico modello, può essere riferito a tutti quei coltelli a lama fissa o a serramanico, caratteristici dell’area tirolese e germanica, accomunati dalla presenza di simboli apotropaici (funzionali ad allontanare o ad annullare un influsso magico maligno).
In questa scheda mi riferisco in modo specifico ad una delle tipologie di serramanico più rappresentative di questo gruppo.
Il nome Altoatesino, utilizzato da alcuni autori in riferimento a questo modello, non mi sembra appropriato, in quanto lo relegherebbe ad un’area molto ristretta sia geograficamente che etnicamente, rispetto a quella di effettiva diffusione.
Descrizione
Il Drudenmesser oggetto di questa scheda è un coltello realizzato con manico in un unico pezzo, in corno di camoscio, corno di cervo o legno, collarino piuttosto alto, realizzato in ottone o in ferro e lama ampia e panciuta.
Il manico presenta di solito una curva piuttosto pronunciata, seguendo l’andamento naturale del corno di camoscio. I manici realizzati in corno di cervo o in legno presentano curvature meno accentuate o possono essere quasi rettilinei. Sul manico, sono spesso presenti simboli apotropaici (aventi lo scopo di allontanare l’influsso del maligno) o decorazioni tradizionali delle zone alpine come fiori, camosci, ecc.. Queste decorazioni sono realizzate con intarsi in osso, o con semplici intagli.
Il pentacolo, ovvero la stella a cinque punte all’interno di un cerchio è uno dei simboli più comuni.
Il collarino presente sulla parte superiore del manico, realizzato in ottone o in ferro è spesso abbellito da incisioni o da decorazioni a sbalzo.
Negli esemplari antichi, tradizionalmente non è mai presente una molla (anche se in alcuni esemplari recenti, costruiti nella seconda metà del 1900 è stata applicata sul dorso del manico una corta molla fissa per bloccare la lama in apertura)
La lama, conformata a scimitarra come per altri modelli alpini, presenta anche essa simboli ricorrenti, elemento essenziale che caratterizzano il coltello come Drudenmesser. Si tratta di simboli apotropaici e religiosi, in un mix che ripercorre la stratificazione di usanze, credenze e fede che si è realizzata nei secoli in Tirolo e nelle aree contigue.
Le simbologie più ricorrenti presenti sulle lame consistono in 3 o 9 croci e 3 o 9 lune punzonate su un lato. Sul lato opposto sono spesso presenti le lettere IHS (da intendersi come abbreviazione per contrazione del nome di Cristo, in lettere maiuscole greche) oppure INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum).
Gli esemplari provvisti di un anello al calcagno del manico erano così costruiti per poter essere appesi, insieme ad altri accessori alle cinture tradizionali femminili.
Utilizzo
Il Drudenmesser aveva funzione di amuleto, sia nelle case che all’aperto, tuttavia, come testimonia l’usura delle lame in alcuni esemplari, era usato anche per i lavori di tutti i giorni.
Epoca e centri di produzione conosciuti
Nell’articolo citato sotto viene indicato come luogo di origine del coltello il distretto austriaco di Pinzgau, nel Salisburghese (anche conosciuto come Zell Am See), tanto che al coltello viene talvolta attribuito il nome di Pinzgermesser. Il coltello era diffuso in ambito Tirolese, Bavarese oltre che nel Salisburghese ed in Stiria. L’area del Sud Tirolo attualmente italiano rappresenta quindi solo una porzione dell’areale di diffusione di questo modello.
L’inserimento nel manico di intarsi in osso, che si trova in molti esemplari, suggerisce che uno dei centri di produzione potesse essere Sterzing – Vipiteno, un paese su territorio italiano a pochi chilometri dal valico del Brennero in cui questo tipo di lavorazione dell’osso veniva praticata.
Alcune tra le punzonature note
NESSUN PUNZONE – a parte le già descritte incisioni presenti sulle lame, non ho mai visto su questi coltelli un marchio di un produttore
Per saperne di più
AAVV Ferri Taglienti – Storia, arte, cultura – Bolzano, 2021
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buongiorno. Possediamo due coltelli di questo genere e vorremmo pubblicare un post inerente ai pezzi esposti presso il nostro museo con la descrizione reperita sul vostro sito. Volevo chiedervi se è possibile recuperare alcune informazioni dal testo scritto qui sopra ovviamente citando la fonte e ringraziandovi pubblicamente. grazie
Simone buonasera. Certo, puoi riferirti alla descrizione che trovi qui. La citazione come fonte è gradita!