Nome
Un coltello che prende il nome dal principale centro di produzione: Masone, vicino a Genova. Il nome viene in alcuni casi declinato al femminile, chiamando il coltello Masunina.
Descrizione
Si tratta di un coltello convenzionalmente considerato facente parte del gruppo dei coltelli della zona alpina, anche se l’area di produzione si trova in area appenninica, a poche decine di chilometri dalla Bocchetta di Altare, ovvero dal confine convenzionale con le Alpi.
Il Masunin è costruito con un manico in legno fatto da un solo pezzo, fascetta metallica e lama con un filo curvo. La maggior parte degli esemplari ha una misura piuttosto ridotta, di circa 15 centimetri a lama aperta, ma sono noti esemplari molto grandi, lunghi fino a 35 centimetri.
Il manico è realizzato in un unico pezzo di legno, solitamente di maggiociondolo, localmente chiamato Aburnu. Il legno, di per sè chiaro, veniva in molti casi trattato con calce ed olio di oliva, assumendo un colore scuro molto intenso. Come essenza alternative potevano essere utilizzate l’ulivo e la robinia.
Il manico è lavorato in modo da presentare una curvatura, nella sua porzione inferiore, funzionale al contenimento della punta della lama in chiusura ed a migliorare la presa. Su alcuni esemplari è decorato con dei chiodini.
La fascetta, in ferro o in ottone, presenta, in alcuni esemplari, decorazioni con semplici motivi geometrici.
La lama del Masunin è piuttosto tozza ma armoniosa, con il filo che forma una curva pronunciata e converge con il dorso lama a formare una punta acuta. Molti esemplari, affilati più e più volte, come succede per tanti coltelli da lavoro, perdono la forma originaria della lama.
La molatura della lama che parte molto in basso, vicino al filo, è funzionale alla fenditura del legname.
Utilizzo
Il coltello veniva utilizzato per i lavori nei boschi e sul legname. In particolare come detto sopra, nella fenditura di rami di nocciolo e di castagno per la realizzazione di listelli (scrusci in dialetto locale), con cui realizzare ceste e corbe.
Epoca e centri di produzione conosciuti
Veniva fabbricato probabilmente già nel 1800. Tra i centri di produzione noti: Masone, Campo Ligure, Piampaludo nel comune di Sassello. In quest’ultimo paese, in provincia di Savona, veniva realizzata una versione leggermente diversa, con lama più slanciata e manico talvolta decorato da chiodini metallici.
Alcune tra le punzonature note
- G. Repetto Campo Ligure – Punzone apposto sul retro della fascetta.
- Tre rose – Il padre del citato Mario Ottonello, operante presumibilmente a cavallo tra il 1800 ed il 1900, pare che punzonasse le proprie lame con questo simbolo.
- La maggior parte degli esemplari non presentano alcuna punzonatura o marchio.
Per saperne di più
Enrico Giannichedda, Archeologia in Valle Stura. Insediamenti e manufatti – La fucina Stoula pag. 45, All’Insegna del Giglio, 2005
Francesco de Feo, I coltelli da lavoro dell’Arco Alpino, in Lame D’Autore – Numero 30, pagg. 80-85, Isomedia, Milano, 2006.
Ringraziamenti
Un ringraziamemento va a Massimo Ravera di Masone (nipote di Mario Ottonello) per le immagini del nonno e le informazioni sul trattamento del manico in legno ed a Giovanni de Prati di Piampaludo, per le informazioni sul coltello prodotto nel suo paese.
Che dire… Molto bello. Valori ITALIANI da non dimenticare.
Ciao Rinaldo. Abbiamo dei coltelli bellissimi, sì.
Che tipo di materiale viene usato normalmente? K100, K760 o altro? Vengono temprati?
GRADIREI ACQUISTARE UNO DI QUESTO COLTELLO PERO’ NON SO DOVE
I coltelli vecchi o antichi si trovano raramente sui banchi dei mercatini in zona Liguria e Piemonte, o qualche volta su internet.
A Masone è attivo Roberto Ottonello che costruisce una versione molto elegante e pratica del Masunin tradizionale.