Nome
Non so se fosse attribuito un nome specifico a questo tipo di coltelli. Per indicarli mi limito a richiamare la struttura del manico “ferrata”, ovvero realizzata con due piastre metalliche rivestite di altri materiali.
Descrizione
Si tratta di coltelli realizzati con forme e materiali piuttosto variegati, ma tutti accomunati da una struttura simile.
I pochi coltelli che ho visto in foto o dal vivo hanno dimensioni medie, intorno ai 20 centimetri aperti, e linee variabili da esemplare ad esemplare, a volte dritte, altre volte con tratti curvi.
L’elemento principale che li caratterizza è la struttura del manico metallica (cosiddetta “ferrata”), costituita da piastre in ottone o ferro, rivestite nella porzione centrale da guancette realizzate in corno scuro o in osso.
Sulle guancette in corno sono spesso presenti intarsi a figure geometriche realizzati in ottone o madreperla, mentre le guancette in osso presentano disegni scuri a contrasto con la tonalità chiara del materiale.
Alle piastre metalliche, che rimangono scoperte nella porzione superiore ed inferiore del manico, sono spesso applicate placchette in ferro o ottone (chiamate comunemente “testine”), incise con semplici decorazioni.
Tra le due piastre è presente una molla semplice che garantisce una certa resistenza alla chiusura, ma non il blocco lama in apertura.
Le lame degli esemplari che ho visto sono abbastanza alte e con punte non molto accentuate, posizionate a metà o più in basso rispetto all’asse principale del coltello.
Talvolta sulle lame sono presenti incisioni con date, simboli o sigle legate alla religione o semplici decorazioni.
Utilizzo
La presenza di una molla semplice, senza blocco in apertura della lama e la lama con punta bassa rispetto all’asse del coltello, suggerisce un generico utilizzo lavorativo.
Un anello presente in molti esemplari, fissato al tallone del manico, indica il porto in aggancio alle cinture in cuoio, presenti nel costume femminile tirolese.
Gli esemplari che riportano le simbologie apotropaiche tipiche dell’area (croci, mezzelune, scritte INRI e IHS) possono essere considerati, insieme ad altri modelli, nella categoria dei Drudenmesser.
Il fatto che in molti esemplari la lama risulti integra, suggerisce il fatto che fossero oggetti di pregio, da esibire e da usare con particolare riguardo.
Epoca e centri di produzione conosciuti
I coltelli vengono comunemente attribuiti al Sud Tirolo – Alto Adige. Alcuni ritrovamenti nei mercatini di quell’area rafforzano questa tesi.
Coltelli della stessa tipologia o comunque simili venivano probabilmente prodotti anche in zone limitrofe in Austria e Germania. Non ha molto senso confinare l’identità culturale del Tirolo ad un unica entità nazionale.
Non conosco per adesso le località precise di manifattura anche se gli esemplari con guancette in osso decorato potrebbero essere attribuiti a Sterzing – Vipiteno, località in cui era praticato questo tipo di lavorazione.
Alcune fra le punzonature note
- L – Coltellinaio e località di produzione non conosciuti
Per saperne di più
Non ho trovato fonti bibliografiche che trattino questi coltelli, ma solo alcune fotografie talvolta corredate di brevi didascalie.
Centro di Ricerca e Documentazione sull’Artigianato dei Ferri Taglienti Scarperia. Coltelli d’Europa in Mostra a Scarperia, 1995. Pag. 35.
Giancarlo Baronti, Coltelli d’Italia. Rituali di Violenza e Tradizioni produttive nel mondo popolare. Franco Muzzio Editore, 1986. Copertina, coltello fotografato al centro, erroneamente indicato come campano.
Ringraziamenti
Ringrazio Michele Sferragatta e Giuseppe Pannitto per avermi introdotto a questi coltelli. Un ringraziamento va anche a Roberto De Marinis, a Gian Claudio Pagani e ad Andrea Traldi ed Alessandro Ceci, per aver messo a disposizione le loro fotografie.
Galleria immagini






Pur essendo un vecchio collezionista trovo sempre delle annotazioni interessanti. Grazie
Buongiorno Roberto e grazie del tuo riscontro.
Purtroppo ho poco tempo per aggiornare il sito. Si fa quello che si può!
I Drudenmesser sono sempre coltelli bellissimi e rarissimi. Difficile vedederli e impossibile trovarli. Io purtroppo ne ho solo qualcuno.
Sì, ne girano pochi e chi li trova se li tiene ben stretti. È già tanto averne qualcuno!