Nome
A Scarperia nei primi decenni del 1900 il coltello con struttura del manico in metallo prodotto localmente veniva indicato come “Tipo alla Zuava” o “Coltello tipo Zuava”. Pare quindi che il nome fosse associato non tanto alla forma del coltello, quanto alla tipologia di manico, atipica per la tradizione del borgo toscano.
“Zwawa”, in lingua araba, indicava un gruppo di tribù berbere dell’Algeria, che fornivano soldati alle milizie ottomane, e dopo la presa di Algeri nel 1830, ai francesi.
Descrizione
La Zuava figura nei cataloghi dei coltelli prodotti a Scarperia fin dai primi decenni del 1900. Gli esemplari più comuni sono lunghi, da aperti, 18-20 centimetri.
Il coltello ha un aspetto che richiama i modelli indicati come Fiorentino e Senese, dotati di manici realizzati come da tradizione locale, con un unico pezzo di corno. La struttura del manico della Zuava è invece costituita da piastre in metallo ed il corno è quindi usato solo come rivestimento.
Non è detto tuttavia che le linee della Zuava scarperiese derivino da quelle del Fiorentino e del Senese. Il processo potrebbe anzi essere avvenuto al contrario.
In prossimità del perno di rotazione della lama sono presenti due placchette di metallo pieno (ferro o ottone) che a Scarperia sono di forma arrotondata, senza spigoli. Nella sua porzione inferiore il manico si incurva a formare un ricciolo o lobo che accoglie la punta della lama in posizione di chiusura.
I manici delle zuave di Scarperia risultano quasi sempre meno schiacciati rispetto agli analoghi modelli di Maniago e Frosolone.
La molla, frapposta tra le due piastre metalliche, è del tipo “semplice”, ovvero senza meccanismo di blocco stabile in apertura.
La lama ha la forma a scimitarra, con tagliente curvo in prossimità della punta e dorso con un andamento dritto, a salire fino a metà, per poi formare una curva più o meno ampia che arriva fino alla punta.
Utilizzo
È un coltello adatto a tutti quegli usi che non richiedano la presenza di una punta acuminata.
Epoca e centri di produzione conosciuti
In base agli articoli che ho letto ed agli esemplari che ho visto fino ad ora, ritengo che la produzione di questo modello sia incominciata a Scarperia più o meno nel 1920, successivamente quindi alla produzione di Maniago, avviata poco dopo la metà del 1800.
La zuava veniva prodotta a Scarperia in numerose officine.
Alcune tra le punzonature note
1) “TONERINI”; 2) “SCARPERIA”
Per saperne di più
Luciano Salvatici, La Zuava di Scarperia in La Passione di un Collezionista, Scritti di Luciano Salvatici, Ristampa anastatica Firenze, 2005, pp 37-38
Luciano Salvatici, Il FIorentino, il Senese e la Zuava in La Passione di un Collezionista, Scritti di Luciano Salvatici, Ristampa anastatica Firenze, 2005, pp 70-72
Luciano Salvatici, I coltelli di Scarperia, Scarperia 1992, pp 56-58
Centro di Ricerca e Documentazione sull’artigianato dei Ferri Taglienti di Scarperia, Il Coltello nei Cataloghi di Scarperia (1924-1963), Scarperia 1990
Paolo Aldighieri, Il mistero della nascita della “Zuava”, in Lame d’Autore, N.82, Giugno-Luglio-Agosto 2019, pp 48-51
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